Le tappe del Cammino Corleone - Sciacca

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 Bisacquino
Comune di
Bisacquino


  1. Cipolla Busacchinara
  2. San Bernardo
cipolla
A Bisacquino, per iniziativa di Pietro Pietramale, un giovane agrotecnico bisacquinese, è stata recuperata e rilanciata la coltivazione di un rinomato ortaggio: la cipolla “busacchinara”, prodotta attraverso un’accurata selezione di sementi, minuziosamente scelti. Il prodotto ottenuto, si presenta di forma rotonda, un po’ schiacciata ai poli, con un intenso colore rosso-viola dal dolce sapore e dalla morbida e carnosa consistenza.Il suo gusto, tipicamente dolciastro, ha incontrato gli interessi del mercato. Si può consumarla cruda (per insalate o antipasti) o cucinata, accostandola agli svariati piatti della nostra cucina mediterranea. Quello che la rende tanto rinomata, sono le sue proprietà organolettiche: ricca di vitamina C e ferro tanto da assicurare un benefico effetto sulla diuresi e sull’apparato circolatorio, è un antinfluenzale, tonifica vene ed arterie ed è inoltre un depurativo per l’eliminazione delle scorie derivanti dalle cure cortisoniche, ha un effetto benefico anche sull’ipertensione.

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Nella storia di Bisacquino una delle perle più belle che ha attraversato i nostri suoli è stato Filippo Latino, conosciuto poi come frate con il nome di Bernardo da Corleone. Egli nacque nei primi anni del 1600. Sin da bambino attraversò le nostre strade in quanto il padre era di Chiusa Sclafani e dopo sposato era andato a vivere a Corleone. Bernardo ebbe molti fratelli e sorelle; visse in una fam...iglia di santi per l'educazione impartita loro dai genitori; ma all'età di quindici anni gli morì il padre e tutta la responsabilità del mantenimento ricadde sulla madre. Bernardo allora aprì una bottega di calzolaio. Con i ragazzi della sua età si divertiva a giocare con dei bastoni simulando che fossero spade, per questo divenne un abile spadaccino. La notte spesso interveniva incappucciato per difendere alcune donne del paese delle quali volevano profittarsi i soldati spagnoli. In un duello ferì gravemente un nobile palermitano per questo dovette nascondersi in un convento di frati francescani. Questo episodio è stato ripreso anche da Alessandro Manzoni creando la figura di frate Cristofaro. In convento, una sera mentre guarda le stelle pensando a quale sarebbe stato il suo futuro da clandestino viene abbagliato da una forte Luce che lo accompagnerà per tutta la sua esistenza. Chiesto perdono al nobile palermitano Bernardo ritorna in bottega ma capisce che quello non è più il suo ruolo. Cresciuti i fratelli decide di farsi frate dei cappuccini; ma dentro l'ordine non avrà vita facile. Sia per il fatto che i nobili ancora non gli hanno perdonato il ferimento di uno di loro, sia per il fatto che alcuni potenti frati non accettano il fatto che lui si è dato come regola di vita il mangiare solo poco pane e poca acqua. Comincia così il calvario per Bernardo da Corleone che di continuo viene trasferito da un convento ad un altro tra i quali il convento di Bisacquino e di Chiusa Sclafani. Ma Dio non abbandonerà mai per tutta la vita il fraticello di Corleone che intanto ha ricevuto le stigmate di Gesù. Una delle frasi più belle dette da San Bernardo nei momenti in cui subiva delle angherie era "che piangeva i peccati che gli altri commettevano" per dire che nella vita ci sono si dei peccatori ma ci sono altri che espiano queste colpe per il bene dell'umanità. San Bernardo quella sera che vide la Luce capì che gli uomini non sono creati per i beni della terra ma per quelli del Cielo; era un frate analfabeta che di fronte ad ogni prova della vita sognò sempre il Paradiso. Quando aveva da poco tempo superato i sessant'anni, Dio lo chiamò a se, ma prima di morire Bernardo disse ai frati che l'assistevano: "Tutti dobbiamo salvarci" poi, abbozzò un sorriso e disse ai frati: "Adesso il Paradiso è più vicino. E' l'ora di andare".

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