Le tappe del Cammino Corleone - Sciacca

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caltabellotta Comune di
Caltabellotta

Curiosità e Folklore

  1. Piatti Tipici
  2. Curiosità
  3. Presepe Vivente
  4. Festa di Li Fimmini
  5. Festa di S. Pellegrino
frosciaLa Froscia CanneriLu Canneri
CuddureddiI Cuddureddi olio extravergineL'Olio di Buscionetta

I piatti che maggiormente raccontano la tradizione enogastronomica di Caltabellotta sono legati alle festività della Pasqua e del Natale. A Pasqua le famiglie del borgo preparano la “froscia”, un piatto a base di uova. Sempre le uova sono protagoniste di “Lu canneri”, un uovo sodo colorato e racchiuso in una pasta dolce. Nel periodo natalizio invece si cucinano i “cuddureddi”, dolci ripieni di confettura di fichi che i bambini ricevono in regalo per San Silvestro. Tra i prodotti tipici del territorio il protagonista è l’olio di oliva, famoso fin dall’antichità grazie alle sue particolari caratteristiche organolettiche legate al tipo di terreno, alla posizione geografica e al clima. L’olio di Caltabellotta si ricava da un’oliva autoctona, la Buscionetta, coltivata prevalentemente secondo i criteri del biologico e raccolta ancora a mano.

 Curiosità

LA FORTEZZA DEI MISTERI: LA LEGGENDA DEL GRAAL PASSA DA CALTABELLOTTA

Fra leggende e luoghi la mappa del Graal si arricchisce di nomi. Uno di questi è Caltabellotta, identificato come la mitica sede dei «nemici del Graal», “L’ostilità al Graal era concentrata nella fortezza di Iblis a Kalot Enbolot”.Ed è proprio Kalot Enbolot la fortezza dove viveva Iberto, re siciliano nonché marito della bella Iblis: le loro vicende (narrate nel Parzival di Wolfram von Eschenbach) si svolgono, secondo taluni, nel castello vecchio di Caltabellotta, oggi ridotto a pochi ruderi. Da queste parti soggiornarono massoni e maestri dell’astuzia, come il conte di Cagliostro, e maghi come Aleister Crowley, che si arrampicò sul castello vecchio nel 1920 per evocare per la prima volta la Bestia dell’Apocalisse. Persino Giovanni Boccaccio ambientò una delle sue novelle del Decameron, la “rocca delle querce”. Ma se il vecchio è immerso nei fumi della leggenda, il castello nuovo del paesino è impregnato di storia: qui, era il 1302, Federico II d’Aragona diede la mano a Carlo di Valois. La guerra dei Vespri finì e la Sicilia toccò agli Aragonesi.

Presepe Vivente

E' il presepe vivente nelle grotte di un paese-presepe, che ci regala tutto quello che la nostra memoria desidera trovare: un ritorno nel passato dei nostri cinque sensi. La Natività vivente, negli intenti, è una raccolta delle migliori idee che si sono sviluppate nei vari anni passati. Raccontata dagli stessi abitanti lungo i percorsi che conducono alla Grotta Santa, la visita sarà una ascesa verso la suggestiva chiesetta della Pietà, un viaggio in Terrasanta, che si conclude nel punto dove si riuniscono tutti i fili luminosi della coda della cometa.

Galleria 4

Festa religiosa che si celebra verso la fine di Marzo in ringraziamento ai “SS. CROCIFISSO DIO VIVO” e “MARIA SS. dei Miracoli” in ricordo del miracolo della pioggia del 27/03/1957. La processione si snoda su due fasi lungo le principali vie del paese. Si inizia nella Chiesa dei Cappuccini con l'uscita del SS Crocifisso Dio Vivo il quale si dirige alla volta della Chiesa di S. Agostino, toccando i vari quartieri. Ivi giunto si assiste all'uscita di Maria SS dei Miracoli per poi seguire l'itinerario delle varie processioni religiose di Caltabellotta toccando Via Fontanelle, P.za Umberto I°, Randa, Pietra, Putieddi, San Paolo e per poi tornare verso la Chiesa d'origine.

Festa di li fimmini

Nella chiesa di S. Agostino oggi Parrocchia, si venera la Vergine SS. del Soccorso, sotto il nome di Madonna dei Miracoli. Scrivendo di essa, Rocco Pirro riferisce che fu dichiarata protettrice e patrona di Caltabellotta con pubblico voto degli abitanti il 22 Aprile 1601 per averli preservati dal colera. La storia della Madonna comincia con il passaggio della contea di Caltabellotta dalla famiglia Peralta ai Conti Luna (inizi del secolo XV). Questi commissionarono al maestro Francesco Laurana una bellissima statua di marmo della Madonna del Soccorso per farne dono alla comunità dei Padri Agostiniani che intendevano stabilirsi in città.

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